lunedì 18 febbraio 2013

Guadalajara - L'università


Sono stato alla Università Autonoma di Guadalajara in cui ho partecipato ad un paio di lezioni di italiano con un professore madrelingua che avevo conosciuto.
L'università è privata, o come alcuni dicono "parapubblica", senza capire bene il perchè di questo termine. Costa, e anche parecchio, ma pare che il governo elargisca borse di studio anche per frequentare la Autonoma. Comunque alla fine quelli che la frequentano sono in genere tutti ragazzi "fresa", termine di cui abbiamo già parlato. Fighetti, insomma.
Ci sono facoltà di architettura, medicina, economia, scientifiche e "humamidades", che poi sarebbe la nostra lettere e filosofia dove però non hanno lettere e filosofia, ma scienze della comunicazione, educazione e diritto. Curioso.

Però è veramente enorme. Lo credo, con i soldi che si fan pagare, però c'è veramente di tutto. Hanno persino uno stadio per il calcio dove gioca una delle tre squadre di professionisti di Guadalajara. Questi sono i più scarsi però.
Ampi parchi, biblioteche gigantesche, strutture immense e chi ne ha più ne metta. Ci vogliono cinque minuti a piedi solo per percorrere il viale che porta alla cancellata d'ingresso, e dentro è ancora più grande.
Però alla fin fine poi è tutta fuffa: generalmente uno si aspetta, almeno qui, che le università private siano anche buone, se non migliori di quelle pubbliche (o perlomeno di alcune). Basta invece confrontare i corsi di laurea della UAG con la UDG (Universidad de Guadalajara, pubblica) che si trovano sul sito, per vedere la differenza di livello. Non parliamo dei programmi. O degli studenti.

Mi trovai di fronte a ragazzi vent'anni che studiavano italiano da quasi un anno, e che a malapena sapevano costruire frasi di presentazione e discorrere vagamente di quello che gli piace e di che cosa mangiano. Cose che in una scuola superiore di lingue impari in tre-quattro mesi in prima liceo. Se questo è il livello di quel corso, figuriamoci gli altri.

Veramente un livello allucinante. Ma dicono che ai ricchi non serva imparare, basta aver preso la laurea all'Autonoma.

Ah, per la cronaca: in un cortile c'era un vecchio idrante in disuso dove, nel bocchettone, dicono ci sia un nido di una vedova nera. Nemmeno la Autonoma scappa dagli insetti mortali del Messico.

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