lunedì 18 novembre 2013

Z La guerra dei narcos

Ho comprato questo libro da un paio di mesi, ormai, ma ho avuto ben poco tempo per leggerlo, e troppi altri libri in coda.
Ci sto dedicando del tempo solo ora, e sembra interessante. Ho solo una perplessità iniziale, che vedrò tra qualche pagina se ritenerla fondata o meno.

Presto vi farò sapere che ne penso.

Lo conoscete?


venerdì 15 novembre 2013

Nuestro Mexico del Futuro

Dopo alcuni giorni oberati di lavoro per cui non ho potuto essere presente sul blog, torno qui con un piccolo post. Nei giorni passati ho annotato notizie, storie e curiosità di cui sempre mi prometto di parlarvi, ma che il tempo tiranno mi impedisce di pubblicare.

Torno però con un piccolo post, dato che una notizia su Facebook ha attirato la mia attenzione.
Come al solito, un titolo altisonante, "Il video Messicano che ha scosso il mondo intero" sperando di attirare l'attenzione, renderlo virale eccetera. In verità il cortometraggio è stato pubblicato ad aprile dello scorso anno, e gira da parecchio in rete, ma il successo riscosso non è stato poi un granché fuori dal Messico. Niente di sorprendente, d'altronde. La situazione messicana di questi anni non è un argomento di grande interesse mediatico.

Il video in questione, in qualsiasi caso, è molto interessante e bisogna dire che le polemiche sull'utilizzo di bambini per la sua realizzazione e la riproduzione di temi e situazioni piuttosto "crude" non si sono risparmiate.
Non mi esprimo su questo tema, ma vale la pena comunque pubblicare qui il video.


Loro sono i bambini scomodi. Loro che non vogliono cedere ad un Messico corrotto e violento.

Quelli che credono in un Messico migliore, nel futuro. Ed ecco che diventano i bambini orgogliosi, con il terzo video pubblicato sempre dall'associazione Nuestro Mexico del Futuro.
Ed anche questo penso sia interessante e romantico.



Vi consiglio la visione di entrambi. Anche se purtroppo sono in spagnolo, non sono di difficile comprensione.
Spero vi lascino qualcosa su cui pensare.

A presto.

mercoledì 30 ottobre 2013

Dia de los Muertos

Manca poco ad Ognissanti ed alla Commemorazione dei Defunti, e non poteva mancare un post a riguardo. Forse molti di voi sapranno che queste festività in Messico si svolgono un po' diversamente da come siamo abituati, mentre alcuni probabilmente non ne sapranno niente. Questa è l'occasione buona per parlarne.


Facciamo un piccolo salto nel tempo. Siamo in Messico, più di cinquecento anni fa. Sul territorio ci sono molti popoli con culture diverse, dagli Aztechi ai Maya, e tutti si divertono un po' con quello che sanno fare meglio. Alcuni costruiscono piramidi, altri le trovano già bell'e pronte, altri giocano a palla con il culo ed altri ancora scoprono che scavando si trovano un sacco di belle pepite d'oro luccicante, che non vale poi un granché ma alle ragazze quell'oro così luccicante piace un sacco e allora tutti giù a farci monili.
Tutti questi popoli hanno però quasi tutti una cosa in comune: la visione della morte. Per i popoli mesoamericani la morte non è infatti una cosa così brutta, perchè credevano che tutto continuasse, che la morte del corpo fosse solo un cambiamento e che le anime dei defunti iniziassero un nuovo viaggetto. 

Era divertente perchè non sapevi mai in vita cosa ti aspettava nell'aldilà: se eri morto annegato saresti finito nel paradiso del Dio della Pioggia, dove stavano tutti i morti annegati. Se eri morto in guerra, finivi in quello dove morivano i soldati e così via. A pensarci fa ridere anche me, immaginandomi che dopo la morte ci sarà un paradiso per i francesi, uno per i cinesi e così via, e saremo tutti molto più felici.

Dopo un po' succede che arrivano gli spagnoli, che scoprirono di voler essere amicissimi con i messicani perchè avevano un sacco d'oro, che piace alle fanciulle ma ancora di più ai conquistadores, e quindi per farseli amici li sterminano tutti in quattro e quattr'otto. A quelli che poi erano rimasti in vita insegnano ad adorare il loro Dio e li infarciscono di un sacco di festività, tra cui il giorno dei Santi e dei Defunti.

All'inizio andava fin bene, anche se erano un po' spaesati perchè non capivano come mai il povero nonno Gianni che era andato beato per il suo cammino d'oltretomba come una pasqua ora forse invece si trovava all'inferno perchè gli piaceva "fornicare" con un sacco di belle ragazze, lui che sapeva fare dei bellissimi gioielli. Gli spagnoli dicono che nonno Gianni ha sbagliato, che non si fa e che oltretutto Mammona è un brutto idolo e che bisogna disfarsi di quell'oro mandato da Satana (e che è meglio lo requisiscano loro). Nonno Gianni nemmeno sapeva cosa voleva dire, "fornicare". Ma tant'è.

Poi, però, quando il Messico adotta la religione cristiana, ci si comincia a ragionare un po' sopra. Il 2 di novembre è il giorno in cui bisogna pregare per i defunti, mentre il giorno prima è quello in cui bisogna pregare tutti i Santi, anche quelli che sul calendario non ci sono.
Ora, non per togliere niente a San Crispino che porello lui posto sul calendario non ce l'ha, ma per i messicani veniva molto più semplice pensare che i santi, invece che dei vecchi barbuti che non hanno mai visto, fossero i bambini che gentili e puri erano morti senza aver compiuto malefatta alcuna, e che quindi fossero andati direttamente in paradiso. Caspita! Quindi... Anche il primo novembre, alla fin fine, è per i defunti! Dunque bisogna festeggiare il primo novembre, per i bambini, ed il secondo, per tutti gli altri!

Così piano piano queste feste cominciano a prendere una forma del tutto unica.
Mischiando le tradizioni cristiane come le preghiere e le visite ai cimiteri con le tradizioni locali di creare altari dedicati ai propri defunti o bere un sacco di tequila e ballare e cantare la festività chiamata Giorno dei Morti diventa una doppia festività.
In questi giorni si decorano le tombe con tantissimi e bellissimi fiori, mentre nelle case vengono innalzati altari commemorativi: e su questi altari gli si mette sopra il cibo preferito del defunto, o le sue bevande preferite, o qualsiasi altra cosa che possa piacergli! In più si fanno anche un sacco di dolcetti a forma di teschio, con sopra il nome di chi lo regala, che tanto anche lui prima o poi morirà. Si prepara anche il "pan de muertos" che non è pane fatto con i morti, ma è pieno di zucchero e piace tantissimo ai bambini.
E poi festoni, decorazioni di carta, però che sia tutto allegro, e il più colorato possibile!

Ed ovviamente, spuntano un po' ovunque statuette e raffigurazioni della Catrina. Ve la ricordate?

In questi giorni i morti tornano tra la loro gente, i parenti accolgono i loro spiriti ballando e cantando, perchè è davvero una festa e si è di nuovo tutti insieme, possono condividere tutti i loro sentimenti con i trapassati, e ciò che è più importante, si sta festeggiando la vita, terrena o extraterrena.



Questo è più o meno il Giorno dei Morti in Messico.
Con un po' di ironia, che non guasta mai. 

Buone feste a tutti.

sabato 26 ottobre 2013

Xibalbá!

Il pantheon religioso mesoamericano (e nel nostro caso in particolare, messicano) è estremamente vasto e complesso, e necessiterebbe approfondimenti storici ben più ampi di quanto stiamo per fare oggi. Per introdurre l'argomento, bisogna fare alcune piccole premesse essenziali per la comprensione.

Molte divinità sono comuni alle diverse civiltà presenti nei territori ed i loro culti sono sopravvissuti, nel corso del tempo, assumendo spesso caratteristiche diverse per diverse aree geografiche.
Per un approccio a questo argomento è prima di tutto indispensabile tenere presente che il concetto di "Dio" e di "religione" non può essere paragonato alla nostra cultura occidentale: per i popoli precolombiani, come molte civiltà asiatiche, ogni cosa, ogni elemento del cosmo e della terra su cui vivono gli uomini, fanno parte anche del mondo divino, e rappresentano quindi delle manifestazioni dirette del Soprannaturale. Per esempio alcuni culti come il culto del giaguaro, o del culto della giada, venerata insieme all'acqua come simbolo di purezza e fertilità (guarda caso, anche in Cina la giada ha una valenza religiosa molto prepotente, soprattutto nei corredi funerari).

Un altro antichissimo culto, come gli altri già appartenente al Periodo Preclassico (circa dall'invenzione della ceramica in mesoamerica, 2500 a.c. alla nascita degli Olmechi, mille anni dopo) è il culto delle grotte e delle caverne.  Le grandi maschere con le fauci spalancate poste all'entrata di templi Maya o Olmechi simboleggiano proprio gli antri dei monti, di cui alcuni erano considerati misteriosi accessi alle viscere della terra o vie oscure che conducevano all'inframundo (o oltretomba).

Questo ci porta al nostro vecchio quizzone  . Ve le ricordate queste coordinate? 20.687857,-88.567743
Erano indicazioni geografiche che sul servizio Maps di Google rimandavano a questo, il Cenote di Chichen Itza. Una delle leggende del luogo sostiene che questo in particolare fosse uno degli accessi all'inframundo, o Xibalba.

"Cuatro caminos, solo uno para llegar al Xibalba." E proprio questa era la soluzione del quizzone, a cui Carlo è andato vicinissimo! Complimenti!

Lo Xibalba viene descritto in un testo sacro della popolazione Maya presente in Guatemala, il Popol Vuh, che narra dell'origine del mondo e di molte altre cose, tra cui l'oltretomba ed i suoi governanti, i Signori di Xibalba.



Nel Popol Vuh si legge un passo interessante:

"Después descendieron al camino que lleva a Xibalbá, de pendientes muy en declive. Habiendo descendido así, llegaron al borde de los ríos encantados de barrancos [...]  pasaron sobre ríos encantados con árboles espinosos; innumerables [eran] los árboles espinosos, pasaron sin hacerse daño . En seguida llegaron al borde del río de la Sangre , [y] allí pasaron sin beber. Llegaron a otro río, de agua solamente; no habiendo sido vencidos, lo pasaron también. Entonces llegaron allí donde cuatro caminos se cruzaban: allí fueron vencidos, allí donde cuatro caminos se cruzaban. Un camino rojo, un camino negro , un camino blanco, un camino amarillo; cuatro caminos."

"Poi lungo la strada per Xibalba, il rapido declino. Dopo essere scesi così, arrivarono al bordo dei fiumi contornati da burroni [...] passarono sopra fiumi incantati con alberi spinosi: innumerevoli erano questi alberi, ma passarono senza farsi male. In seguito arrivarono al bordo del fiume di Sangue, e lì passarono senza bere. Arrivarono ad un altro fiume, semplicemente di acqua; non essendo stati sconfitti, passarono anche quello. Quindi arrivarono lì, dove quattro sentieri si incrociano: lì furono sconfitti, lì dove quattro sentieri si incrociano. Un cammino rosso, uno nero, uno bianco ed uno giallo. quattro sentieri."


Trovo molto curiosi almeno due aspetti dell'oltretomba qui descritto: prima di tutto l'aspetto preponderante della discesa, come le discese agli inferi che noi tutti conosciamo (vedi Eracle, tanto per dirne uno, o Dante) ed il fatto che anche in questo caso l'oltretomba non sia identificabile con un non-luogo, ma presente con una definizione fisica precisa dove la paura ed il dolore sono reali e concreti.
Anche la presenza dei tre fiumi, che scandiscono la discesa fino ai sentieri, di cui solo uno porterà di fronte al giudizio dei Signori, è un'immagine molto ben conosciuta alla letteratura del Vecchio Mondo.
Particolare invece, anche se non qui descritto, è la difficile interpretazione degli abitanti del luogo, di cui il Popol Vuh non lascia facili interpretazioni, ma difficilmente può essere inteso come "Inferno" nonostante le errate interpretazioni seicentesche (fortemente influenzate dalla cultura cristiana) ma più probabilmente come un oltretomba più vicino a quello della cultura classica.

Spero che questo post vi sia piaciuto; non esitate a scrivermi, direttamente o tramite commenti, per suggerirmi un approfondimento o anche solo per lasciare il vostro feedback!

venerdì 25 ottobre 2013

Il cartello di Tijuana

Pochi giorni fa avevamo parlato del Cartello di Tijuana, uno dei più violenti e pericolosi del nord del Messico. Vediamo quali sono le reazioni degli ultimi giorni riguardo all'omicidio di Francisco Rafael.

La Federal Drug Enforcement Administration ( DEA , per il suo acronimo in inglese) e il procuratore federale di San Diego hanno annunciato che il cartello di Arellano Felix è stato sconfitto e ha lanciato un "avvertimento" a coloro che cercheranno di di sostituirlo. Chiunque cercherà di entrare al suo posto, sarà perseguito con ogni mezzo.

"La sentenza di Eduardo Arellano segna la fine di un'epoca nella storia del cartello. L'organizzazione di Arellano Felix è finita, e il nostro avvertimento per gli altri che cercano di prendere il suo posto è: ci siamo impegnati a perseguire e arrestare senza sosta coloro che trafficano oltre il confine", ha detto il capo della DEA, William Sherman .

Anche se bisogna dire che in verità il cartello è ancora in vita, la forza del Cartello di Tijuana è diminuita sotto la guida di Fernando Sanchez Arellano, figlio di Enedina, uno dei 10 membri della famiglia allargata, secondo il procuratore generale dello Stato.

La famiglia di Arellano Felix era composta da sette uomini e tre donne: Francisco Rafael, Benjamin, Carlos Eduardo, Ramon, Francisco Javier, Norma Isabel, Alice Maria e Enedina, figli di Beniamino Francisco Arellano Felix Sanchez e Alicia Elizabeth Zazueta, nativi di Sinaloa .
Di questi, Francisco Rafael e Ramon Eduardo sono stati uccisi. Il primo è morto venerdì sera scorso, mentre il secondo è stato ucciso in una sparatoria con la polizia a Mazatlan nel febbraio 2002.
Francisco Javier sconta una condanna a vita; Benjamin sta scontando 30 anni di carcere e Eduardo rischia una condanna di 15 anni, tutti negli Stati Uniti.

Il problema è che nè Carlos e Luis Fernando sono stati accusati dalle autorità di un qualsivoglia crimine. Presumibilmente (secondo alcune fonti) Enedina ha preso il controllo del cartello e poi delegato la direzione al figlio Luis Fernando Sanchez Arellano. Finora, Norma e Alicia non sono stati collegati al traffico di droga.

L' inizio del declino inizia il 18 giugno 2007, quando Francisco Rafael Arellano Felix viene dichiarato colpevole in un tribunale degli Stati Uniti, diventando il primo dei fratelli ad essere giudicato in quel paese . Con la sua cattura sarebbero caduti poi uno ad uno i membri delle più potenti cartelli della droga in Messico...

Lo stesso anno, il fratello Francisco Javier El Tigrillo viene condannato al carcere a vita .

E lo scorso 19 agosto Eduardo si è dichiarato colpevole in cambio di un trasferimento alla stessa cella di suo fratello Benjamin in Florida, che sta scontando una condanna a 25 anni di carcere .

Con gli omicidi dei due fratelli e il fatto che altri tre sono ormai prigionieri, si può quasi dire che, in pratica, il Cartello di Tijuana è morto.

Speriamo.


(Via elblogdelnarco.com)


PS: domani la soluzione al vecchio quizzone, che non era più arrivata...

lunedì 21 ottobre 2013

Google e le sua parole chiave

L'argomento di oggi sarà leggermente estraneo al tema messicano, devo ammetterlo. Ma come dicevo nel post precedente, mi sono messo a sfogliare alcuni dati del blog da febbraio ad oggi. Specialmente il traffico proveniente da Google verso questo sito e le parole chiave cercate.
Quello che ho trovato è stato davvero interessante. Molti visitatori sono entrati su questo blog cercando informazioni su come prelevare dal bancomat in Messico, o su come preparare la michelada (spero vi sia piaciuta!) o per avere informazioni sulla vicenda della lotta al narcotraffico.

Alcune ricerche però, come potete immaginare, sono davvero divertenti!

Ed allora colgo due piccioni con una fava, pubblicandole per il mio ed il vostro ludibrio, ma anche facendo un'opera buona e tentando di rispondere alle loro domande.
Anonimi utenti dell'internet che siete sbarcati su questi lidi, ecco le risposte ai vostri quesiti!


1. Ho bevuto acqua non potabile
Caro utente, forse come prima cosa era meglio rivolgersi ad un medico piuttosto che al Dr Google, eh? Spero si sia risolto tutto con al massimo un po' di cacarella!

2. Animaletti simpatici
Probabilmente sei finito sul post Tanti simpatici animaletti , che di simpatico poi non avevano moltissimo ma Google non sa valutare ancora il sarcasmo. Mi dispiace ti sia trovato delle cucarache! Per scusarmi eccoti un bel gattino! [Via 9gag.com]


3. Ci sono il cartel de jalisco
Umh, sì, esiste. Si chiama proprio così. Penso che anche Google non abbia saputo cosa fare di costui... A parte la grammatica, caro utente, presto farò un post a riguardo!

4. Cocaina riviera maya
Questo campione forse aveva voglia di divertirsi in vacanza. D'altro canto, si sa, i viaggi vanno pianificati per tempo!

5. Come lo chiamo il taxi
Di solito lo si chiama facendo un cenno con la mano, oppure con il telefono. Ci provi e faccia sapere com'è andata!

6. Condividere le sigarette con la ragazza:
Se cerca un modo gentile per presentare alla sua compagna il vizio del fumo, può provare ad iniziare con il tabacco da masticare. Gli uomini del terzo millennio impazziscono per una donna che sa masticare bene il proprio tabacco. No, sul serio, cosa cercava?

7. Costo zigardtte k mesico
Fumare fa male alla salute. Più di quanto si pensi.

8. Il mescal si serve con sale e lime?
Quello era il tequila. Però fa piacere vedere che chi si approccia alle droghe lo fa con un certo stile.

9. Puto significa frocio
Sì. Questo povero utente deve aver passato un intero sabato sera ignaro degli appellativi che gli venivano rivolti! Coraggio, che finchè c'è la salute...

10. Quando c'è solo acqua non potabile
Allora non rimane altro che bere la propria orina!

11. Schiacci cucaracha
Ma c'è bisogno di chiedere a Google? Comunque date una passata con alcool e un po' di scottex per pulire i resti dell'animale!

12. Sega pene
Niente da dire, un signore.

13. Una ragazza per strada ti chiede hai una sigaretta
Probabilmente ormai è troppo tardi. Amico, hai perso una chance!



E voi, utenti con un blog, avete trovato delle parole chiave divertenti nei vostri blog? Oppure siete di quelli che le domande curiose le fanno?

A presto!

domenica 20 ottobre 2013

Facendo un passo indietro

Come vi sarete di certo accorti, ¡No Mames! ha ripreso vita. Qualche mese di inattività mi ha dato tempo per riorganizzare la mia vita personale, ma dall'altro lato mi ha fatto perdere di vista la direzione di questo blog.

Così in questi giorni mi sono preso la briga di rileggere un po' tutto e di esaminare a cosa siamo arrivati, ed a cosa vogliamo arrivare nei prossimi mesi.
Cosa piacerebbe a voi leggere, e cosa piacerebbe a me scrivere.
Sono sorpreso, per certi versi, che la maggior parte delle persone che in questi mesi hanno raggiunto il blog sia arrivata qui per avere informazioni su quanto costano le sigarette in Messico (sì, quello è il post più letto in assoluto) o come prelevare con il bancomat, o come si prepara la Michelada.
E mi ha fatto molto piacere sapere che forse, a qualcuno le mie esperienze ed i miei consigli sono stati utili.

Un altro argomento che però ha avuto un discreto successo sono stati i post pubblicati sul Cartel de Jalisco Nueva Generacion. Questo mi ha dato l'opportunità di riflettere sul fatto che, forse, i pochi lettori che capitano qui (in fondo il Messico è un argomento di nicchia... Non ho mica un blog sul Nuovo Ordine Mondiale delle Scie Chimiche) sarebbero interessati anche ad altro tipo di notizie, di difficile reperibilità.

La notizia di ieri, riportata dai media messicani, conferma l'identità dell'uomo assassinato venerdì a Cabo San Lucas, in Bassa California (splendido stato al confine con gli U.S.A., meta costosa e ambita da molti americani): si tratta di Francisco Rafael Arellano Felix, il maggiore dei tre fratelli alla guida del Cartello di Tijuana.
A quanto pare si trovava ad una festa ed è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa da un killer travestito da pagliaccio.

La notizia in verità non è di estrema rilevanza. Ho scelto di pubblicarla però per informarvi oggi di un appuntamento su questo blog che reputo importante, ovvero una serie di post per trattare con voi gli sviluppi della guerra al narcotraffico in Messico.

La situazione è ancora confusa, il Presidente Nieto non sembra dare forti segnali in questa direzione ed i media nazionali ovviamente non trattano l'argomento con grande interesse. La riluttanza del giornalismo è comprensibile, specie se considerato l'alto tasso di mortalità tra i giornalisti che si occupano della vicenda in questo paese.
In Italia, di conseguenza, l'argomento è completamente sconosciuto ai più. Il massimo della conoscenza, in genere, viene dal piccolo trattato di Saviano sul suo ultimo libro, che non considero degno di attenzione. La sua conoscenza dell'argomento è nulla e il suo piccolo riassunto è trattato con scarsa competenza e superficialità. Probabilmente non più esaustivo del mio piccolo riassunto pubblicato qualche mese fa.

Non so ancora a cosa porterà questa scelta. Spero di poter iniziare un buon lavoro di raccolta delle fonti, e di poterle portare a voi nel miglior modo possibile.
Chiaramente, ¡No Mames! non diventerà un blog unicamente incentrato su questo argomento. Continuerò, se avrete il piacere di leggermi, a condividere con voi alcune piccole esperienze, racconti e curiosità su questo meraviglioso paese e su ciò che ho vissuto (e che vorrei non rimanesse soltanto mio).

A presto, e non dimenticate di iscrivervi al blog per essere aggiornati sui prossimi post!


sabato 19 ottobre 2013

Viva Zapata!

Qualche settimana fa, nelle edicole italiane è uscito Almanacco dell'avventura 2014, dedicato al grande scrittore Decio Canzio ed maestro Sergio Toppi, morti entrambi lo scorso anno a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro.
Volume che io ho acquistato prontamente.



Delle tre storie presenti nell'albo, una in particolare mi ha interessato ed è ciò di cui voglio parlare oggi. Si intitola L'Uomo del Messico, ed è una bellissima lente d'ingrandimento sulle dinamiche della rivoluzione messicana e sui suoi uomini.
Disegnata magistralmente da Toppi, si inquadra nei primi di maggio del 1914, poco prima di alcuni avvenimenti cruciali per le sorti della rivoluzione, le dimissioni del generale Huerta in seguito alla sanguinosa battaglia di Zacatecas vinta da Villa e i suoi uomini (non Claudio, s'intende).
Purtroppo la storia messicana non è particolarmente conosciuta e mi spiace se questi nomi saranno forse poco più che memorie vaghe. Ma proprio per questo, forse, un lettore curioso può trovare una piacevole sorpresa nello scoprire un piccolo pezzo di storia avvincente e avventurosa.

Delle tre storie che compongono l'albo (la prima è L'Uomo del Nilo, mentre la conclusiva è L'Uomo delle Paludi) non è forse la più interessante dal punto di vista della sceneggiatura nè della libertà compositiva di cui è capace Toppi (sfoggiata magistralmente invece nella terza storia, L'Uomo delle Paludi già citato), ma a mio personale giudizio rende merito a quella che è una delle più importanti rivoluzioni della storia del pianeta.

Senza dubbio sanguinosa e deprecabile, ma con il merito di essere stata una vera rivoluzione, fatta dal vero popolo messicano e non, invece, dalla borghesia imperante, bramosa di potere, come le storie del nostro vecchio mondo...

Se vi capita, compratelo.


martedì 15 ottobre 2013

Despiértate!

Sono passati più di cinque mesi, lo so. E nel frattempo sono successe tante cose ed io non ho avuto il tempo per tutte.

Ma l'importante è poterselo prendere. Altrimenti, se non ce lo prendiamo, quando mai lo avremo, il tempo? [cit.]

Per questo, parafrasando lo slogan di un non molto famoso movimento, oggi mi sono risvegliato e ho preso il mio tempo per alcune cose, tra cui questo blog.
Bisognerà rimettersi in pari, riordinare le idee e raccontarne di nuove... 
Se qualche vecchio lettore mi seguirà ancora ne sarò felice. E se ne arriveranno di nuovi li accoglierò con grande entusiasmo.

Grazie!

domenica 5 maggio 2013

Cinco de Mayo

Oggi è il cinque maggio, ed è l'anniversario della Battaglia di Puebla, un meraviglioso episodio in cui una città respinge un intero esercito di invasori stranieri, in questo caso francesi.
E siccome sono genovese, e Genova porta con sè eventi storici altrettanto (se non più) eroici, non posso che ricordare oggi questa ricorrenza.

Purtroppo l'anno dopo, nel 1863, Puebla cadde in mano ai francesi, che vi rimasero fino al 1867. Questo è il monumento al Benemerito Esercito dell'Oriente che si trova in città.


Il cinque di maggio viene festeggiato anche negli U.S.A. ma con una diversa valenza: infatti oggi è il Giorno dell'Orgoglio Messicano.

Buona domenica a tutti.



venerdì 3 maggio 2013

Viaggio nella riviera maya - giorno primo


La storia che sto per raccontarvi ha inizio nell'agosto di qualche anno fa, quando ho deciso con l'occasione di una settimana di ferie di partire da Guadalajara per fare qualche giorno a Cancun; mi sembrava brutto non aver mai visitato la riviera maya, così partii improvvisando questo viaggio.
Il racconto è lungo e pieno di avvenimenti, così ho deciso di scriverlo a puntate, descrivendo tutto giorno per giorno.
E forse, da qualche parte, è qui che nasce il mio appellativo di straniero imprudente. Forse è stato il fatto di partire dal Messico e non dall'Italia, ragion per cui mi sentivo più disinvolto nel mio viaggio. Di certo in alcuni casi avrei potuto essere più prudente. In altri me la sono cavata.



Dunque si parte! Dopo aver prenotato di gran fretta un biglietto aereo, mando anche un bonifico della prenotazione di una notte in una posada a Cancun (un alberghetto a una stella,o forse nemmeno quella) dove un amico che viaggia spesso per lavoro alloggia sempre quando va lì. Una notte, che tanto poi il resto si fa tutto alla fine.
Poi quando prendo l'aereo, oltre a poter portarmi dietro tutti i liquidi che voglio (che il terrorismo se ne frega del Messico, mica poi che rischiano di farsi guerra con narcotraffico unito) provo sempre a far finta di essere un po' spaventato del volo, che magari mi chiedono "è la prima volta?" e io posso rispondere "no, sono stato spaventato altre volte", però non succede mai.
In fin dei conti, comunque, sembra una di quelle situazioni semplici, normalissime, che non varrebbe nemmeno la pena raccontare, e ne sono convintissimo pure io per un po'. Tanto sono in Messico già da un po', so come comportarmi. Cosa sto a fare, a prendere i taxi, ad andare negli alberghi nella zona hotelera dove ci sono tutti i gringos? Ma no, noi si risparmia e si fanno le cose diverse. Ecco.
Quindi noi si prende l'autobus, mica il taxi, che costa meno. C'è di buono che la fermata era davanti la posada. Non c'è che dire, una casettina bianca senza infamia nè lode, nel centro di Cancun. E costa tre volte meno di un hotel! E ci sono un sacco di cose in più.
Tipo, per quel prezzo irrisorio sono comprese: lenzuola sporche, formiche nel letto e macchie di urina un po' ovunque nel bagno, anche sulle pareti. Però vabbè, mi dicono che la donna delle pulizie in serata passa, e già che è tardi vado in città a cenare. E quando torno, la signora è passata davvero, e mi ha lasciato le lenzuola pulite. Per terra, davanti la porta della camera.

Quindi niente, o si dorme così o si cambia aria. Si cambia aria. Zaino in spalla e stavolta chiamo il taxi visto che i pullman non passano più. Va a finire che sono dall'altra parte del mondo senza sapere dove passare la notte. E non sarà l'ultima volta.
Girando tra gli hotel per trovarne uno libero e uno che mi piaccia incontro anche un italiano e un argentino che si sono appena conosciuti e che fanno la notte in giro, ma non mi sembra un'idea migliore del dormire nello sporco.
Vabbè, stavolta è semplice. Sono tanto incazzato che me ne frego e vado in un hotel a quattro stelle, che per una notte ci sta pure. Questo è figo, tanto che gli scarafaggi non salgono sui muri, ma entrano dal portone principale. E poi c'è la vista mare al settimo piano.
Qui è tranquillo, però la zona hotelera è un posto inutile. Solo palazzoni, discoteche e nient'altro, con contorno di americani ubriachi su tutte le coordinate. Alla fine me ne torno a dormire, che è tardi e domani mi sveglio presto, che voglio vedere un sacco di cose. L'italiano e l'argentino che si sono appena conosciuti, invece, decidono di passare la notte a fare baldoria, che dicono che le americane la lanciano come se fosse un frisbee. Alla fine poi scopro che hanno finito la serata da soli, sulla spiaggia, in compagnia della polizia che non credeva alla loro storia in cui un messicano ha lasciato loro un pacco bello grosso di cocaina dicendo "torno subito, me la tenete un attimo?" correndo poi via come un fulmine.

Insomma, piuttosto che passare una notte in cella o una notte in un letto sporco direi che la terza scelta è stata la migliore. Che altrimenti finiva che mi trovavo anche con un rene di meno.


Continua...



giovedì 2 maggio 2013

Un post tutto sommato un po' scadente

Tra venticinque aprile, primo maggio e un sacco di cose da fare, non sono riuscito a seguire il blog come avrei voluto. E continuo ad essere un po' impegnato, quindi oggi farò un post tutto sommato un po' scadente, non perchè non abbia niente da dire ma perchè non ho molto tempo per farlo.

Vi lascio Iron Juan, lamentatevi con lui.



PS: ho deciso di lasciare ancora aperto il quizzone di aprile. Visto che nessuno è riuscito ancora a risolverlo ho inserito un aiuto nel post precedente. Trovate comunque il link nella colonna a fianco, sotto alla bandiera messicana.

PPS: domani, questa volta davvero, inizierà il racconto a puntate sull'origine dello straniero imprudente.

Il Quizzone è sempre aperto

E lo rimarrà finchè qualcuno non riuscirà a trovare la soluzione.

D'altronde, siccome ho notato alcune difficoltà nei partecipanti, ho deciso di darvi un piccolo aiutino, che potrebbe aiutarvi con la risoluzione del codice. Questi aiuti verranno settimanalmente, finchè sarà possibile.

Il suggerimento di oggi è: CESARE

In bocca al lupo!


Quizzone: completare la frase



Ra yn bevyyn qry Cbmb qr ybf oehwbf qr nthn unl ha cnfnwr dhr yyrtn ny vasenzhaqb.

20.687857,-88.567743

Phngeb pnzvabf, fbyb hab cnen yyrtne ny ???????

giovedì 25 aprile 2013

mercoledì 24 aprile 2013

L'angolo del cinema - El estudiante

Cari amici, oggi il post è dedicato nuovamente al cinema messicano, che tanto mi piace e spero possa piacere anche a voi.

Il film che voglio raccontarvi oggi è El estudiante, una pellicola drammatica del 2009 e opera d'esordio del regista Roberto Girault. El estudiante si è presentato alla entrega de diosas de plata (la notte degli oscar messicana) con dodici candidature e vincendo sei statuette: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore attrice non protagonista, migliore colonna sonora e migliore canzone.



Chano, un uomo di settant'anni, decide di iscriversi all'università di Guanajuato (la bellissima città dove il film è ambientato) e studiare letteratura. Lì incontrerà un gruppo di giovani, con i quali dovrà rompere il gap generazionale e creare dei rapporti di amicizia e intimità che arricchiranno sè stesso e gli altri. Come un moderno Don Chisciotte farà i conti con l'amore, l'amicizia, i sogni e i desideri della vita.

Non so bene cosa dire, se non che è davvero romantico e commovente. Non sento di farne una buona recensione, ma il mio scopo non è tanto questo quanto invitarvi a guardarlo davvero.

Sono sicuro questo film potrà lasciarvi qualcosa. Questo è quello che si dovrebbe pretendere dal cinema, e questo film riesce a comunicare davvero ciò che promette.

Questo è il trailer sottotitolato in inglese. Qui sotto trovate quello senza sottotitoli.



Sempre su Youtube trovate il film completo, che non è però sottotitolato.
Vi lascio anche il video della canzone vincitrice del premio.



Buona visione a tutti!


Colgo l'occasione per annunciarvi che da domani inizierò qui sul blog un nuovo racconto a puntate su alcune avventure e disavventure che mi sono capitate tutte in una volta sola. Non fatevelo scappare!

lunedì 22 aprile 2013

Enchilarse - voce del verbo chili

Ne avevo avevo accennato qualche post fa nei commenti, e Carlo mi ha chiesto a riguardo di questo "enchilarsi", il post di oggi sarà a questo riguardo.

Quando dissi che partivo per il Messico tutti gli amici avevano generalmente due cose da dirmi: una era la sempreverde richiesta "Ehy, poi quando torni me la porti un po' di coca? ahahah" che poi ci sono paesi più famosi per la coca, però poi ho trovato solo la pepsi, e quindi... (vecchia, vecchissima, lo so... mi dispiace, ma almeno l'ho sparata e non ci penso più)

La seconda cosa era più un avvertimento, del tipo "occhio che lì mangiano un sacco piccante eh" e io lo so che il piccante poi mi dà alla testa, ma non me ne facevo il problema.
Poi avevo ragione, visto che il piccante spesso è un'alternativa e c'è molta gente a cui non piace, però c'è chi, come sempre, in queste cose va un po' oltre.

Noi ci piace uscire la sera, berci del buon vino (ma anche quello cattivo, che poi lo sapeva pure lo sposo a Cana come va a finire) e finire la serata un po' brilli a raccontarci chi ce l'ha più lungo (io generalmente non lo faccio, ma mi dicono così) e cose simili.
Vabbè, anche i messicani lo fanno, non con il vino e in genere nemmeno solo la sera ma anche durante il giorno. Però noi non ci enchiliamo. Loro sì.

In sostanza è una figata, ed è solo questione di mettersi a mangiare roba piccante, ma piccante forte, fino a stare male. Cosa da essere super accaldati, sentirsi la febbre e sentirsi dentro tutto un fuoco, però non metaforico. Ecco, ai messicani piace, è un po' come bere per il gusto di bere. 

Ma mica solo con i cibi normali, tipo la torta ahogada (che è un panino, non una torta) tipica di Guadalajara e piccantissima da morire, o con altri piatti buonissimi.
Anche con i dolciumi, che piacciono un sacco ai bambini!


Tipo il dolcetto al caramello ricoperto di chili in polvere... L'immagine dice già abbastanza, no? Io in preda al delirio ne ho voluto comprare uno diverso, alla frutta ma sempre con chili in polvere, mentre aspettavo che le lenzuola asciugassero alla lavanderia. Una sola volta.

Ecco, io invidio i messicani. Avevo paura che dovessero amputarmi la lingua. Secondo me quei bambini non sono come noi, devono essere a base di silicio.

venerdì 19 aprile 2013

Il quizzone di aprile - La soluzione

Bentornati ai cari amici di ¡No Mames! con il post dedicato alla soluzione della prima parte del quizzone di questo mese!

Come ricorderete, il primo quesito, il più semplice, consisteva nell'individuare correttamente l'oggetto dell'immagine riportata, ovvero questa:


Come hanno giustamente pensato bista92 e F. l'oggetto è la "meta" o il canestro del gioco della palla praticato in Messico già nell'antichità. Per la precisione, ed in questo F. è stata molto precisa, questo disco si trova a Chichen Itza, in Yucatan, nel campo da gioco del complesso.


L'immagine, come di consueto, era stata rovesciata, ma non vi siete fatti trarre in inganno. Bravi!

In conclusione, complimenti a bista92 che per primo ha individuato cosa fosse l'oggetto del quesito, ma anche a F. e D. che hanno saputo dirmi anche il luogo in cui si trova.
Ringrazio anche Carlo che, nonostante sia arrivato tardi, sono sicuro avesse avuto le idee chiare.
Complimenti!


Vi ricordo comunque che la seconda parte del quizzone non è ancora terminata, e le risposte saranno ritenute valide per un'altra settimana data la difficoltà della richiesta. Provateci!
Scrivo nuovamente qui l'enigma.


Quizzone numero 2: completare la frase



Ra yn bevyyn qry Cbmb qr ybf oehwbf qr nthn unl ha cnfnwr dhr yyrtn ny vasenzhaqb.

20.687857,-88.567743

Phngeb pnzvabf, fbyb hab cnen yyrtne ny ???????



In bocca al lupo!

martedì 16 aprile 2013

Fare il turista a Puerto Vallarta

(Vi ricordo, prima di cominciare, che il quizzone di aprile è ancora aperto e siete invitati tutti a partecipare! Inoltre, se vi aggrada, sulla colonna di destra c'è un piccolo sondaggio che mi farebbe molto piacere se vi pastecipaste. Grazie)

Mi sono spostato più volte da Guadalajara a Puerto Vallarta, anche perchè con poca spesa e poche ore di viaggio potevo andare al mare in tranquillità; per di più non ho mai alloggiato in hotel, ma ospitato in un appartamentino nel pueblo. Così un fine settimana di mare risultava accessibile davvero con poco.

Fa strano però, devo dire, fare il turista in Messico senza stare nei posti per turisti. Anche perchè in genere, soprattutto nelle località di mare, la zona degli hotel è sempre distante e isolata dal resto della città. Il che è bello perchè non ti ritrovi per le palle i turisti americani, che sono quasi più fastidiosi degli italiani, ma d'altro canto ho sempre avuto l'impressione di essere guardato con aria sospetta, visto che di stranieri non se ne vedono mai.
E in effetti fa un po' impressione anche vedere le strategie urbanistiche messicane per dividere la zona turistica dalla città vera e propria: a Cancun la zona hotelera è su una striscia di terra collegata alla terraferma da due ponti che portano al centro, a Tulum questa dista qualche minuto di auto dal centro e a Playa del Carmen addirittura la zona turistica sul mare è separata dal resto della città da un muro. Tanto per darvi un'idea. Anche a Puerto Vallarta gli hotel sono ben distanti dalla città.

Quello che è più irritante, però, è che ci sono pochissime spiagge libere e la maggior parte sono tutte di proprietà degli hotel. La prima volta mi ci volle un po' a trovare un posto decente, siccome ero solo e mi toccò andare a naso.

Prima trovo spiagge libere vicino agli hotel ma sporche e con divieto di balneazione. Poi arrivo al malecon (che è il lungomare, ma la prima volta che mi indicarono di andare verso il "malecon" non avevo capito molto bene e avevo inteso il "maricon" che non è mi aggradasse molto...) e nemmeno lì sono proprio pulite ,anzi fanno un po' schifo, che ti viene da pensare che a farci il bagno poi dopo invece di una doccia mi tocca fare una profilassi, e però dopo un buon pezzo si arriva alla Playa de los Muertos, che una volta c'erano i pirati e ora ci sono solo uomini che giocano a schizzarsi e donne con il papero. A metà tra le due però poi la spiaggia decente si trova. E per fortuna siamo distanti dagli hotel degli americani. Acqua pulita e spiaggia altrettanto.

Ah, però c'è una cosa fichissima a Puerto Vallarta che è il canopy. Ci sono stato perchè sono stato inviato dalla ditta che sponsorizza quei tour e ci sono andato gratis come osservatore. In pratica ti lanci con una carrucola appesa ad un cavo d'acciaio da una parte all'altra della vallata, in mezzo alla giungla ad altezze mica da ridere (la tratta più alta era 201 metri di altezza e 263 metri di lunghezza).


Se ci fate caso, a destra c'è una casetta, che è uno dei punti da cui si parte e arriva con la carrucola. Bellissimo.

Ah, e ci sono due curiosità interessanti. La prima è che proprio in questa foresta ci hanno girato Predator, il film con il governatore della California, e fa un po' impressione sapere che l'elicottero è ancora lì da qualche parte.
La seconda è che a metà tour di canopy si arriva in una stazione dove gratuitamente fai degli assaggi di tequila artigianale, e se ti piace alla fine puoi portartene via qualche bottiglia.

Così, giusto per dare un po' di sprint al resto dei lanci.

sabato 13 aprile 2013

Il quizzone di aprile!

Ciao a tutti amici, e benvenuti al consueto appuntamento con il quizzone mensile!

Questa volta ho deciso di apportare alcune modifiche al sistema con cui vi sottopongo gli enigmi, e quindi il quizzone non sarà più composto da una sola sfida, bensì due. In pratica, un doppio quizzone, per accontentare tutti.

Infatti queste due sfide hanno gradi di difficoltà differenti. Il primo quiz è abbastanza semplice ed accessibile a tutti. Il secondo si rivelerà più complicato per alcuni, ma non è niente di mostruoso. Certo sarà difficile risolverlo da soli con carta, penna e buona volontà. Google vi sarà molto d'aiuto, usatelo.

Chi riuscirà a risolvere il primo enigma avrà pubblica stima sul blog. Chi riuscirà nel secondo avrà un premio concreto e tangibile a sorpresa!

Iniziamo dunque con le domande!


Quizzone numero 1: riconoscimento
Dovete indicarmi cos'è il soggetto della fotografia, e dove si trova.




Quizzone numero 2: completare la frase



Ra yn bevyyn qry Cbmb qr ybf oehwbf qr nthn unl ha cnfnwr dhr yyrtn ny vasenzhaqb.

20.687857,-88.567743

Phngeb pnzvabf, fbyb hab cnen yyrtne ny ???????




Il primo quizzone terminerà alle 23 e 59 del 19 di aprile. Il secondo durerà una settimana in più, e si chiuderà alle 23 e 59 del 26 di aprile.
In bocca al lupo, e che vinca il migliore!

venerdì 12 aprile 2013

Capitan America ce fa 'na sega (a du' mani)



Per la cronaca, "me la pelan" si può tradurre con "me lo succhia" -sempre Capitan America, s'intende.




via 9gag.com

La guerra al narcotraffico

Ho ragionato riguardo al video dei CJNG di ieri, e credo che un piccolo sunto riguardante la lotta al narcotraffico e a ciò che è successo negli ultimi anni in Messico potrebbe essere d'aiuto e d'interesse a chi legge questo blog. Le notizie sono reperibili ovunque online, ma si trova molto e spesso in maniera confusa, quindi vi farò un breve riassunto dei punti salienti. Questo post non vuole essere esaustivo nè un reportage giornalistico: il mio intento è dare a chi mi legge una piccola infarinatura a riguardo della lotta al narcotraffico di cui (almeno qui) si sente spesso parlare.
Disclaimer: non voglio spaventare nessuno, nè tantomeno dissuadere chi avesse intenzione di recarsi in Messico, che rimane un luogo meraviglioso e molto vivibile. Io stesso vi ho vissuto nel periodo più caldo della lotta al narcotraffico e i pericoli per le persone comuni sono alti solo nei luoghi sbagliati, dove difficilmente vi troverete mai. Però sono storie che vale la pena raccontare.


Avete mai sentito parlare di Pablo Escobar? Tra gli anni '80 e '90 fu il più potente narcotrafficante colombiano e uno degli uomini più ricchi al mondo. In questo periodo si espande fortemente il fenomeno anche in Messico, che già da molti anni era il principale territorio di passaggio delle droghe dirette verso gli Stati Uniti. I narcotrafficanti messicani negli anni '90 che già lavoravano con eroina, oppiacei e cannabis si sviluppano maggiormente tramite gli accordi con i gruppi colombiani e si espandono anche nel mercato della cocaina. Cosa succede: da principali trasportatori diventano anche distributori sul territorio. In questo modo si rafforzano i gruppi e si creano grossi cartelli indipendenti, tra cui il Cartello di Sinaloa e il Cartello del Golfo, a cui seguono molti altri. Nella mappa (via Wikipedia) qui sotto vi sono indicati ad oggi i vari cartelli e le loro aree di influenza.



In rosso, il Cartel de Tijuana, in arancio il Cartel de Beltràn-Leyva, in giallo il Cartel de Sinaloa, in "marrone" (in alto a nord, piccolo) il Cartel de Juarez, la Familia Michoacana e i Cavalieri Templari in verde, il Cartel del Golfo in azzurro e Los Zetas in blu. Non segnato, presente in Jalisco, Veracruz, Gualajuato, Michoacàn e Colima, c'è il CJNG e il Cartel del Milenio, in Michoacàn e Jalisco e altri gruppi minori.

Di questi c'è da sottolineare alcuni.
Il Cartel de Sinaloa (da cui è uscito sia il Cartel de Beltràn-Leyva che i Los Negros, dapprima nati come braccio armato dei Sinaloa, ora alleati con Los Zetas) uno dei più sviluppati dal 2000 in poi.
Il Cartel de Juarez, operante sul confine tra gli Stati Uniti, responsabile delle atrocità degli ultimi trent'anni nella tristemente famosa città di Juarez (dove si registrano ad oggi diverse migliaia di donne e minori scomparsi).
La Familia Michoacana e i Cavalieri Templari, la prima ormai quasi scomparsa e i secondi tra i cartelli minori, sono conosciuti per la visione religiosa della loro missione, per cui l'omicidio degli esponenti dei cartelli rivali equivale ad una giustizia divina.
Los Zetas, considerati dalle polizie antimafia di mezzo mondo come l'organizzazione criminale più violenta esistente. Questi, recentemente, sono entrati nel mirino della DIA italiana per i loro contatti diretti con la ndrangheta calabrese nel traffico di stupefacenti in Italia e Europa.
Il CJNG poi, e il gruppo Los Matazetas, sono principalmente impegnati nella lotta territoriale con altri cartelli rivali.
Tutti questi ovviamente non trattano solo stupefacenti, ma si occupano anche di contrabbando di armi da fuoco, traffico di migranti, estorsioni e altre azioni criminali.

Negli anni fino al 2000 non ci sono particolari interessi al fenomeno da parte del governo, ma è il 2006 con l'elezione di Felipe Calderon che la situazione precipita. Il Presidente Calderon attua alcune drastiche azioni di governo per contrastare il narcotraffico chiamata Estrategia Nacional de Seguridad: una riforma del codice penale, con pene più severe per i condannati, l'aumento delle forse di polizia federale ma soprattutto dell'invio massiccio di forze armate nei punti caldi del paese, a contrastare il fenomeno.
Queste mosse provocarono un crollo della sicurezza nazionale in tutto il paese, anzichè migliorarla. In primo luogo perchè, secondo voci, il presidente Calderon attuò le sue misure secondo schemi che sembrano aver agevolato alcuni cartelli rispetto ad altri. Le stesse azioni militari non hanno sortito inizialmente grandi effetti a parte dell'aver, negli anni, aumentato le esecuzioni da parte dei narcotrafficanti e dell'incremento generale della violenza, contando ad oggi circa 90.000 morti per le violenze sul territorio. In più, l'utilizzo delle forze armate ha scatenato varie gravi violazioni dei diritti umani a danno della popolazione civile per mano dell'esercito stesso, come torture, minacce e violenze sulle donne.
A questo bisogna aggiungere i crimini dei cartelli, sia a danni di altri esponenti che della popolazione civile: estorsioni, rapimenti, violenze, attentati narcoterroristici, corruzione.
Si pensa che non solo le polizie territoriali siano in parte colluse con i cartelli del narcotraffico, ma anche che spesso gli stessi assalti dei criminali vengano fatti fingendosi poliziotti. Nel 2008 avvennero anche molti attacchi (perlopiù con granate) in piazze per feste locali o nazionali, provocando morti e feriti tra i civili, indiscriminatamente. La corruzione è dilagante in Messico e le statistiche sono preoccupanti, sia nel campo della polizia che ovviamente nella politica.
Inoltre, specie in Yucatan e a Cancun, si sono registrati vari rapimenti e omicidi a danni di turisti americani in questi anni.
Oltre questo, consideriamo anche l'incremento della criminalità comune, che non è da sottovalutare.
Infine, il giornalismo, altro tasto dolente. Il Messico è considerato il paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, e dall'inizio della guerra sono più di 80 i giornalisti morti per mano dei narcotrafficanti. Ed a questo proposito, vorrei ricordare il grande lavoro che fanno gli anonimi di Blog del Narco e gli altri blogger che si impegnano a diffondere notizie pericolose quotidianamente. Trovate i link ai loro siti qui a lato.

Notizie consolanti arrivano dal nuovo presidente Nieto, che ha promesso una diminuzione del 50% degli omicidi legati al narcotraffico entro la fine del suo mandato, e che sembra ad oggi si siano ridotti di un 10%.

Con questo vorrei dirvi di non spaventarvi e non considerare il Messico una terra di nessuno; se foste stranieri e riceveste notizie dell'Italia e della lotta alle mafie probabilmente avreste le stesse reazioni, eppure conoscete tutti e vivete nelle vostre città.
Anche il Messico è un posto vivibile, bellissimo e sicuro. Forse per certi versi anche più sicuro dell'Italia. Ci sono zone più calde e zone meno.


Lo vedete dalla mappa (via Wikipedia) voi stessi. Nonostante le notizie di ciò che è accaduto e che accade, sono solo alcuni i luoghi dove bisogna stare più attenti, ma per il resto non c'è nulla da temere. Ovviamente vale sempre, come dovunque, la raccomandazione di essere prudenti, e soprattutto di non avere niente a che fare con ambienti e persone che vendono droga.
Lo ribadisco, ho scritto questo piccolo post perchè penso valga la pena raccontare alcune cose, seppur sommariamente come ho fatto io.

giovedì 11 aprile 2013

Cartel de Jalisco Nueva Generacion

Il CJNG è uno dei cartelli del narcotraffico più recenti, ed è il principale in lotta con Los Zetas per il controllo di vari stati e città, ed è molto presente anche in Guadalajara.
Un paio di anni fa avevo visto il loro primo video, e mi avevano particolarmente disgustato.
Perchè sono infidi.
Cercano di essere buoni con la gente, probabilmente compiono meno azioni criminali contro cittadini innocenti, tutto per avere il popolo dalla loro parte. Nel contempo sono ugualmente dei criminali, non meno di tutti gli altri.

Ho appena trovato un loro comunicato della settimana scorsa. Ve lo incollo qui, perchè possiate capire da soli. La traduzione la trovate sotto al video.


"Oggi mercoledì 3 aprile 2013 emettiamo questo comunicato per tutta la popolazione dello stato di Jalisco, con rispetto diciamo a voi e alle forze Federali e Municipali il motivo per cui facciamo questo video, per puntualizzare e rivordarvi che siamo un cartello di ampio criterio.

Ci sono alcuni gruppi che vedendosi sconfitti cercano il modo di screditarci con argomenti che sapete bene tutti noi non facciamo, come pizzo, estorsione o sequestri, cosa invece quotidiana negli altri stati; è noto che qui non succede, tanto che grandi impresari e le loro famiglie, che sono state colpite da altri cartelli in differenti stati si spostano e vengono a vivere qui.

Tutti quelli che appartengono a questo cartello vivono in clandestinità poichè questo richiedono le nostre azioni, però con tutto il rispetto che la società, le autorità, la politica e il popolo messicano meritano, noi facciamo sapere che siamo a completa disposizione per mantenere, nei luoghi dove siamo presenti, la pace e la tranquillità che tanto i messicani desiderano, e per quelli che attentano contro lo stato saranno trattati come meritano.

A loro mando un messaggio del Signore: latrino i cani perchè mentre latrano io so che sto avanzando."

Fate le vostre considerazioni. Io continuo a rabbrividire.

Tanti simpatici animaletti

Una delle cose che credevo arrivando in Messico per la prima volta era che i messicani avessero al loro seguito gli animali più esotici e misteriosi mai visti: chessò tipo pappagalli, iguane, coccodrilli, lucertole che assomigliano a draghi, o almeno topi con il sombrero che corrono velocissimi. Sono dall'altra parte del mondo, mi dicevo, mi ritroverò a dividere il mio piatto con una scimmia egoista.

Il primo animale che vidi appena arrivato fu infatti un labrador. Che con tutta la mia padronanza dello spagnolo, al tempo, lo salutai dicendogli "ciao cane!" e mi stupii pure visto che si girò guardandomi con aria sospetta, forse "perro" lo riteneva più adatto.
Rimane il fatto che in Messico si vedono quotidianamente (o quasi) un sacco di animali particolari, ma anche moltissimi animali da compagnia molto comuni.
Ecco quindi qualche piccolo spunto di riflessione a riguardo degli animaletti che ho incontrato.


I cani. Se ne trovano tanti anche in Messico, ma a differenza dell'Italia non se ne vedono moltissimi in strada. Chi ha il cane quasi sempre ha il giardino, e quindi non lo porta in strada a fare i bisogni, non so se abbiano imparato a farli nel gabinetto ma di sicuro non li fanno sul marciapiede. Così è rarissimo vedere dei pezzi di creta di cane col rischio di calpestarla e poi lasciare dietro di sè quel caratteristico odore di "agua de perro", tipo eau de toilette francese. Finalmente potevo camminare guardando l'orizzonte e non a dove mettevo i piedi... I cani però vanno tanto al parco, e niente, fanno le solite cose da cani. Poi ci sono tanti randagi, certo, e poi c'è il brutto problema delle "peleas de perros", cioè le lotte tra cani, che sono una brutta pratica legata agli ambienti malavitosi (ne ho accennato qui).
Una piccola curiosità che probabilmente già saprete. Il Chihuahua è un cane di origine messicana, e prende il nome dallo stato omonimo. Avevo qui una foto che lo ritrae, a sinistra di un altro esemplare di difficile identificazione, ma non è più possibile mostrarla. Dunque ecco qui un'altra immagine, grazie a scoopweb.com, di un chihuahua locale.



I gatti. Randagi non ne ho visti tanti, probabilmente se li mangiano le iguana. Però la mia vicina di casa francese aveva un gatto, che si arrabbiava se la padrona parlava in spagnolo e quindi doveva sempre parlargli in francese. Io una volta l'ho salutato con "bonjour monsieur le chat" ma non mi ha dato retta. Però mi ha pisciato sul divano.

Le iguane. Tanti le hanno come animali domestici. Sembrano belle da piccole perchè assomigliano a piccoli dinosauri, e ai bambini piacciono tanto. Però crescono...

Leoni, tigri, pantere. Il ritornello è incalzante e ripetuto più volte fa pensare di essere finiti in un vecchio film, ma si trovano anche cose del genere, però le hanno i narcotrafficanti in giardino. Di storie a riguardo se ne trovano tante, ma solo quando (sempre che succeda) questi vengono arrestati si trovano davvero gli animali. Per questo motivo sono stati aperti alcuni zoo, tipo lo Zoologico di Zapopan dove si trovano un sacco di belve ritrovate in possesso a potenti narcotrafficanti.

Trichechi o bestie simili. Dicono se ne trovino spesso sulle coste, ma non ho mai capito bene se sono davvero trichechi come quelli che si vedono in tv o trichechi tipo quelli che si spiaggiano a Rimini da giugno a settembre.

Insetti mortali. Scorpioni, ragni, serpenti e famiglia. L'aeroporto di Durango visto dall'alto, ha delle composizioni di illuminazioni che ricordano la forma di uno scorpione. Dico solo questo.

martedì 9 aprile 2013

A volte è meglio tacere

Uno dei luoghi comuni sul Messico è che essere straniero fa un sacco figo, tranne che se sei un gringo. Allora in quel caso non è che piaci poi molto, però gli italiani in genere sono sempre apprezzati e sono considerati anche gente sveglia e interessante che sa un sacco di cose.
Ora, c'è da dire che Guadalajara non è il Giappone, o perlomeno non è il Chiapas e quindi si passa abbastanza inosservati, tanto di stranieri da un po' tutto il mondo li trovi sempre. 
Quando apri bocca però, il sospetto lo fai venire, specie uno come me che tutto sommato lo spagnolo lo sa, ma che quando c'è da fare dei discorsi difficili poi mi impappino e va a finire che mi sudano le papille gustative e parlo come lo zio toscano che a dire certe lettere o parole ci prova, ma non ce la fa mica.

A quel punto è andata. E se ti è andata pure male ti succede come a me.
Sono a la Gran Plaza in un negozio di dischi che cerco un paio di album di gruppi fichissimi che ho appena conosciuto, tipo gli Zoè e i Caifanes. Arriva un commesso che vuole aiutarmi, e malauguratamente lo assecondo, perchè volevo ascoltare un disco prima di comprarlo per vedere se davvero sarebbe piaciuto. E uno pensa, tanto ci sarà quella solita macchinetta con le cuffie piene di cerume altrui dove il commesso infila il disco e dopo torna a leggere e a fregarsene un po' di tutto.
No.
Il negozio ha una saletta separata con un impianto stereo gigantesco, che per mettere il cd hai bisogno della scala e una poltroncina dove puoi ascoltare tutto nel miglior modo possibile. Ma se tanto io a casa lo ascolto sul pc, mi bastavano un paio di cuffiette piene di cerume, e almeno non sento il commesso fare i suoi commenti.
Ecco, qui arriva il momento in cui, nei commenti musicali, il commesso si accorge che proprio buono buono il mio spagnolo non è, e mi tocca dire che sono italiano. Solo a quel punto mi accorgo di un paio di cose, tipo che il commesso è un po' viscido e che il suo modo di fare in effetti era un pochino mellifluo, ma pensavo a non buttare via dei soldi e mica ci avevo fatto caso. Poi ripenso a quelli che mi avevano detto che Guadalajara è una città con una grossa comunità omosessuale piuttosto libertina. E mi rendo conto anche di essere in una saletta da solo con lui.

Le papille gustative stavolta non sudano, ma ci sono altri punti del corpo che cominciano decisamente a non essere convinti della situazione.
A questo punto vuole sapere qualcosa dell'Italia, ma mica sulla pizza o sugli spaghetti, ma se i gay sono benvoluti in Italia, e cosa ne penso io.
Cerco di sorvolare.
Poi il tipo prende il portafogli e tira fuori una fotografia, è lui in calze a rete e minigonna su un marciapiede che quasi direi che era a lavorare in tangenziale.
Al che sono costretto a fargli notare con un po' più di decisione che a me le donne piacciono, però quelle senza papero, e che non capisco perchè mi fa vedere la foto, e che comunque il disco mi piace e che lo compro.

La cosa grazie a Dio finisce lì. Com'è uso per i commessi, lo porta lui stesso alla cassa, io pago e poi mi dice arrivederci e spera di rivedermi, e non so più se è la normale frase di commiato che si usa o c'è un secondo fine. Poi io non sono bravo con i primi fini, figuriamoci con i secondi che mi vanno in conflitto i pensieri.

Così, giusto per ricordare che talvolta passare inosservati nella vita non è poi tanto male.

Ah, però il disco mi era piaciuto molto, ed era questo:


Magari ne parlerò meglio la prossima volta.

A presto amici!

venerdì 29 marzo 2013

Illegal butt fun




In Aguascalientes hanno di che vantarsi, e anche 9GAG se n'è accorto.

Città del Messico - Delle danze e dei rituali

C'è una piccola storia che vorrei raccontarvi su quello che mi è capitato una volta al D.F. che spero vi possa piacere.

Tutto è iniziato il giorno che sono andato a visitare il Museo Antropologico di Città del Messico, sapete quello molto bello con la ruota del Calendario Azteco? Se non la conoscete, è la pietrona raffigurata nel titolo del blog. Di questi tempi è diventata famosissima, e si è vista praticamente ovunque: internet, riviste, quotidiani.. Vicini al 21/12/2012 ne è stata pubblicata l'immagine ovunque associandola al Calendario Maya.

Niente di più sbagliato. Si chiama Pietra del Sole, è stata ritrovata nella piazza dello Zocalo a Città del Messico, e di Maya non ha proprio niente. Non è solo un calendario, è un complesso bassorilievo recante numerose simbologie religiose, che vi invito ad approfondire partendo dal link di Wikipedia.

Dicevo, quel giorno trovai in strada, fuori dal Museo, alcuni ragazzi vestiti da nativi messicani, che con tamburi e altri strumenti a percussione (tipo delle nacchere montate su cavigliere di cui non conosco il nome) si esibivano in alcune danze rituali del popolo Mexica in cambio, alla fine, di un giro di offerte da parte degli spettatori. Bellina, divertente, ma uno spettacolo prettamente per turisti.



A sera, poi, dopo aver assistito all'orgogliosa cerimonia dell'ammaina bandiera, mi fermo ancora un po' nella piazza a fare quattro chiacchiere. In poco tempo nella piazza cominciano a spuntare alcuni gruppi che preparano piccoli bracieri e altarini. Dopo poco, iniziano le danze rituali.
Questi però erano ben diversi dai precedenti, vestiti con piumaggi e vestiti precolombiani; alcuni vestivano tuniche bianche, altri costumi antichi ma un po' alla buona, magari solo con qualche piuma e braghe di tela, altri vestiti casualmente. E difatti alcuni nemmeno chiedevano soldi (non tutti...).

Insomma, i gruppi erano parecchio variegati, sia nello stile che nel comportamento. Tralasciando un gruppetto che cominciò a bruciare marijuana in un braciere...

Quello che mi colpì veramente fu un altro gruppo, nascosto dietro la piazza ma esattamente di fronte alle rovine visibili del Templo Mayor (Città del Messico, e lo Zocalo, sorge SOPRA le antiche rovine del centro dell'antica città distrutta da Cortés, e solo la cima del tempio è visibile). Questi non erano lì per attirare turisti. Ognuno era vestito come appena uscito da lavoro, e il gruppo aumentava di numero di ora in ora, arrivando più persone ad orari diversi. E danzavano per ore, fermandosi ogni tanto per preghiere e riti dal forte misticismo invocando (da quel che ho capito) spiriti di elementi e antichi Dei, tutto seguendo la cerimonia impartita da una ragazzina sempre davanti all'altare.

Tornai anche il giorno dopo, ma con un paio d'ore d'anticipo. E così scoprii che, alle otto in punto, dopo che la stessa ragazzina in veste di sacerdotessa aveva preparato un piccolo tappeto con un altare e un braciere, e dopo aver recitato in solitudine alcune preghiere, l'inizio delle cerimonie avveniva chiamando i fedeli con il suono di una conchiglia utilizzata a mo' di corno.
E nel giro di pochi minuti, una folla di fedeli usciti dal lavoro, in vesti comuni, cominciava le danze e le preghiere. Tutto immerso nella spiritualità più forte che avessi mai visto in vita mia. Anziani, giovani e giovanissimi, danzavano per ore, senza quasi fermarsi, invasi di uno spirito e di una forza che sembrava quasi non venire da loro, di fronte all'antico tempio dei loro Dei.


Non ho avuto il coraggio di documentare con fotografie questi avvenimenti, quindi posso solo chiedervi di credere a quel che vi ho raccontato.
Ma nessuna foto potrebbe, d'altronde, testimoniare la verità di ciò che si poteva sentire in quel vicolo di Città del Messico.

¡No Mames! è un blog utile

Dopo una piccola pausa di qualche giorno, ¡No Mames! riapre i battenti, con una piccola nota di ringraziamento per iniziare.

Così, siccome vedo che nonostante abbia aperto il blog da poco e non ho poi così tanti lettori (ma quelli attivi sono favolosi: grazie Carlo, Artemisia e F.) mi sono accorto di una cosa, e cioè che da Google mi sono arrivati vari lettori che cercavano informazioni su come ritirare soldi in Messico, e sono finiti sul post che ne parla.

Beh, nel mio piccolo non mi vergogno di dire che sono felice, e spero che le informazioni riportate siano state utili.

¡No Mames! è un blog utile, e spero lo sarà ancora.

Buona lettura

giovedì 21 marzo 2013

Ricette messicane - La Michelada



Parlando ieri con Carlo, ho pensato di fare del post di oggi una ricetta. Ma siccome sono un pessimo cuoco e per le ricette culinarie mi sto ancora attrezzando, come prima cosa vi propongo un drink e non un piatto. Si chiama michelada.

La michelada è un bel modo di preparare una birra ghiacciata in Messico, aggiungendo alcuni semplici ingredienti facilmente acquistabili anche in Italia (alcuni però non saranno proprio gli stessi). La michelada Fresca, saporita e dissetante. Io stesso l'ho bevuta più volte, anche e soprattutto a tavola.
Così vi illustro la ricetta per preparare la gustosa michelada.


Vi serviranno questi ingredienti:
- Una birra da 33cl. Io personalmente vi consiglio una birra chiara, per iniziare, giusto da non mischiare   troppi sapori e imparare a dosare gli ingredienti nella quantità desiderata. Una Corona o una Sol sarebbero l'ideale.
- Un lime
- Tabasco (se trovaste della salsa Chamoy o Cholula sarebbe meraviglioso, ma è quasi introvabile in Italia. A Roma* c'è un negozio che importa molti generi alimentari)
- Salsa di soia ( se trovate la salsa Maggi è anche meglio, ma va bene una qualsiasi)
Salsa Worcester (se non la trovate pazienza, potrete preparare la michelada lo stesso)
- Sale (fino va benissimo)
- Ghiaccio

Opzionalmente potete aggiungere alla lista degli ingredienti:
- Salsa di pomodoro per cocktail


Preparazione:
Prendete un boccale freddo e bagnate il bordo superiore con una fetta di lime, poi immergetelo in un piattino dove avete versato il sale, che deve rimanere sull'orlo del bicchiere come nel margarita.
Mettete nel bicchiere ghiaccio e il lime a fette spremendone un po'.
Ora aggiungete una spruzzata di tabasco, una spruzzata di salsa di soia e una dose almeno doppia di salsa Worcester (se la trovate), poi versate la birra. Infine mescolate piano. Servite gelata.



La michelada è molto semplice e per quanto il sapore risultante sia molto particolare non è poi eccessiva.
Se l'avrete preparata bene avrete un sapore forte, un po' piccante dove il retrogusto agrodolce sarà dominante insieme alla birra e al lime. Però molto rinfrescante e godibile.



In realtà ci sono infinite varianti, e un po' ovunque un Messico preparano la Michelada un po' come gli pare. Ve ne elenco alcune:
Potete usare una birra scura, se preferite.
Se volete potete aggiungere il lime in succo anzichè in fette.
Se non vi piace l'idea della salsa di soia, potete aggiungere solo il tabasco.
Se non trovate la salsa Worcester, potete farne a meno.
Se volete un sapore più intenso potete raddoppiare la dose di tabasco dispetto a quella della salsa di soia.
Un'ulteriore combinazione sta nell'aggiungere anche la salsa di pomodoro oppure sostituirla alla salsa di soia, ma non ci ho mai provato e francamente non ci tengo affatto.
C'è chi anche usa sale, lime e tequila eliminando il resto dei componenti, ma non è più Michelada.

Spero vi piaccia, e che mi scriviate cosa ne pensate dopo averla assaggiata!
Prosit!



*: A Roma potete trovare molti articoli messicani autentici, tra cui la salsa Chamoy e la salsa Cholula da Castroni, in Via Ottaviano. Sicuramente molti altri negozi in tutta Italia vendono questi prodotti, anche girando per i minimarket di stranieri un po' ovunque. A Genova ce ne sono molti nel centro storico, ma purtroppo non ho mai trovato niente.