Fare la spesa è un'ottimo modo per capire, piano piano, come affronta il quotidiano chi vive in quella città tutti i giorni. Io, da straniero, ho dovuto ambientarmi un po' prima di riuscire a fronteggiare alcune piccole situazioni inusuali.
Come già avevo detto, i minimarket non sono adatti per fare la spesa, quella seria: ci trovi birra, patatine, bevande varie, acqua, caffè, snack, sigarette, e nelle farmacie a questo si aggiungono pannolini, alcuni generi alimentari basici e ovviamente, i farmaci. La mia soluzione è stata quindi il Wal-Mart.
Gigantesco, c'è tutto quello che puoi volere, dagli alimentari all'elettronica, dai vestiti al fai da te. In generale i prezzi di mercato sono parecchio inferiori all'Italia, ma anche di due o tre volte in alcuni casi. Ovviamente peccano i prodotti di importazione come il Parmigiano. Quello originale, Reggiano, costa una fucilata e quasi nessuno lo compra; la maggior parte dei messicani compra il Parmesano Kraft, che fa schifo (è giallo e puzza) ed è rigorosamente in polvere. Oppure la pasta De Cecco, che viene importata, al contrario della Barilla che viene prodotta in Messico, ma costa tre volte meno.
Alla fine poi si compra tutto come al solito, tranne di pane che se ne vede poco, ma alla fin fine non se ne sente la mancanza, almeno da parte mia. La cucina locale usa tortillas, d'altronde.
Alcune cose però mi hanno sorpreso: in primo luogo la frutta. I costi sono quasi invertiti, e le mele costano un sacco, mentre pere e banane molto poco. Arance non ne ricordo, ma potrei sbagliarmi. Però un sacco di frutta mai vista buonissima, come la guayaba di cui vendono anche succhi di frutta. Però spesso e volentieri la frutta nei supermercati fa schifo, peccato. Quindi a spender poco c'è anche la frutta congelata in buste come il minestrone, che non sa di niente.
Poi ci sono un sacco di vini, e tantissimi d'importazione. Ho bevuto dei vini rossi cileni buonissimi. I vini italiani, ovviamente sono i più cari, ma quelli che li han bevuti non li hanno graditi molto, sicuramente arrivano partite malriuscite.
Ho saltato tutti i reparti con condimenti e materie prime per la cucina messicana, essendo un completo ignorante in materia culinaria; magari sarà meglio parlare direttamente dei piatti, perchè le caratteristiche dei vari elementi non sono proprio il mio forte, e poi io compravo quel che mi serviva per cucinare da solo.
Ultima nota, alla cassa nei supermercati e nei minimarket c'è quasi sempre un imbustatore che prepara i sacchetti degli articoli acquistati, solo che qui sono sempre bambini, che in cambio ti chiedono qualche spicciolo.
All'inizio ero molto tentato di non dar loro niente, perchè non sentivo giusto contribuire così allo sfruttamento minorile; poi col tempo ho capito che non avrebbe portato a niente, anzi toglievo loro quel poco sostentamento che poteva arrivare loro. Così ho preso a dare all'imbustatore un po' più di quanto generalmente è norma dare.
Io, straniero e solo, non avrei certo arginato il problema. Ne avrei solo creati con la mia taccagneria.
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