Ricordo le persone squisite che incontrai al mio arrivo, e ricordo tutte quelle che incontrai successivamente.
Ma ci sono vari aspetti di Guadalajara e del Messico tutto che prima o poi colpiscono chi vi arriva per la prima volta. Un primo particolare incontro è avvenuto la mia prima notte. In strada, come se nulla fosse.
Una grossa grassa cucaracha.
Ne incontrai questo bell'esemplare mentre camminavo sul marciapiede verso casa, di ritorno dalla cena. Mi aveva appena tagliato la strada senza neanche chiedere permesso, sbucata fuori chissà da dove. Tanto non importa mica, alla cucaracha, di stare nascosta o o uscire allo scoperto. Anzi, alcune talvolta tirano fuori le alucce e si fanno una svolazzata.
E sì che dopo un po' non te ne accorgi nemmeno più di tanto, ma i primi giorni sembra di vivere nel paese delle cucarache, che il territorio sia in mano loro e non dei residenti. Magari le vedi in strada, o nei prati, in qualche patio o in casa, e talvolta financo nell'atrio di una importante società.
Però in quei casi il portiere le schiaccia con la scarpa, facendo anche un po' finta di essere scandalizzato. Nel bel mezzo dell'ingresso del palazzone.
Dopo un po' invece fai finta di niente, tante che ne vedi. Ma poi abbassi la guardia e ti succede come a me, che stavo per bere un po' d'acqua dalla mia bella tazza in ceramica nera senza sciacquarla dopo averla lasciata sul tavolo.
Poi ripensandoci ho versato l'acqua e la cucaracha è finita dentro al lavandino anziché dentro il mio stomaco.
Ecco, in questi casi forse è meglio rimanere vigili.
Non sono incontri tanto piacevoli all'inizio, però poi passa, finché non te ne ritrovi una in faccia o in mano, allora di nuovo ti fanno schifo per un altro po', e poi abbassi la guardia ancora una volta.
La foto della cucaracha non la metto, che non mi pare il caso.
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