sabato 26 ottobre 2013

Xibalbá!

Il pantheon religioso mesoamericano (e nel nostro caso in particolare, messicano) è estremamente vasto e complesso, e necessiterebbe approfondimenti storici ben più ampi di quanto stiamo per fare oggi. Per introdurre l'argomento, bisogna fare alcune piccole premesse essenziali per la comprensione.

Molte divinità sono comuni alle diverse civiltà presenti nei territori ed i loro culti sono sopravvissuti, nel corso del tempo, assumendo spesso caratteristiche diverse per diverse aree geografiche.
Per un approccio a questo argomento è prima di tutto indispensabile tenere presente che il concetto di "Dio" e di "religione" non può essere paragonato alla nostra cultura occidentale: per i popoli precolombiani, come molte civiltà asiatiche, ogni cosa, ogni elemento del cosmo e della terra su cui vivono gli uomini, fanno parte anche del mondo divino, e rappresentano quindi delle manifestazioni dirette del Soprannaturale. Per esempio alcuni culti come il culto del giaguaro, o del culto della giada, venerata insieme all'acqua come simbolo di purezza e fertilità (guarda caso, anche in Cina la giada ha una valenza religiosa molto prepotente, soprattutto nei corredi funerari).

Un altro antichissimo culto, come gli altri già appartenente al Periodo Preclassico (circa dall'invenzione della ceramica in mesoamerica, 2500 a.c. alla nascita degli Olmechi, mille anni dopo) è il culto delle grotte e delle caverne.  Le grandi maschere con le fauci spalancate poste all'entrata di templi Maya o Olmechi simboleggiano proprio gli antri dei monti, di cui alcuni erano considerati misteriosi accessi alle viscere della terra o vie oscure che conducevano all'inframundo (o oltretomba).

Questo ci porta al nostro vecchio quizzone  . Ve le ricordate queste coordinate? 20.687857,-88.567743
Erano indicazioni geografiche che sul servizio Maps di Google rimandavano a questo, il Cenote di Chichen Itza. Una delle leggende del luogo sostiene che questo in particolare fosse uno degli accessi all'inframundo, o Xibalba.

"Cuatro caminos, solo uno para llegar al Xibalba." E proprio questa era la soluzione del quizzone, a cui Carlo è andato vicinissimo! Complimenti!

Lo Xibalba viene descritto in un testo sacro della popolazione Maya presente in Guatemala, il Popol Vuh, che narra dell'origine del mondo e di molte altre cose, tra cui l'oltretomba ed i suoi governanti, i Signori di Xibalba.



Nel Popol Vuh si legge un passo interessante:

"Después descendieron al camino que lleva a Xibalbá, de pendientes muy en declive. Habiendo descendido así, llegaron al borde de los ríos encantados de barrancos [...]  pasaron sobre ríos encantados con árboles espinosos; innumerables [eran] los árboles espinosos, pasaron sin hacerse daño . En seguida llegaron al borde del río de la Sangre , [y] allí pasaron sin beber. Llegaron a otro río, de agua solamente; no habiendo sido vencidos, lo pasaron también. Entonces llegaron allí donde cuatro caminos se cruzaban: allí fueron vencidos, allí donde cuatro caminos se cruzaban. Un camino rojo, un camino negro , un camino blanco, un camino amarillo; cuatro caminos."

"Poi lungo la strada per Xibalba, il rapido declino. Dopo essere scesi così, arrivarono al bordo dei fiumi contornati da burroni [...] passarono sopra fiumi incantati con alberi spinosi: innumerevoli erano questi alberi, ma passarono senza farsi male. In seguito arrivarono al bordo del fiume di Sangue, e lì passarono senza bere. Arrivarono ad un altro fiume, semplicemente di acqua; non essendo stati sconfitti, passarono anche quello. Quindi arrivarono lì, dove quattro sentieri si incrociano: lì furono sconfitti, lì dove quattro sentieri si incrociano. Un cammino rosso, uno nero, uno bianco ed uno giallo. quattro sentieri."


Trovo molto curiosi almeno due aspetti dell'oltretomba qui descritto: prima di tutto l'aspetto preponderante della discesa, come le discese agli inferi che noi tutti conosciamo (vedi Eracle, tanto per dirne uno, o Dante) ed il fatto che anche in questo caso l'oltretomba non sia identificabile con un non-luogo, ma presente con una definizione fisica precisa dove la paura ed il dolore sono reali e concreti.
Anche la presenza dei tre fiumi, che scandiscono la discesa fino ai sentieri, di cui solo uno porterà di fronte al giudizio dei Signori, è un'immagine molto ben conosciuta alla letteratura del Vecchio Mondo.
Particolare invece, anche se non qui descritto, è la difficile interpretazione degli abitanti del luogo, di cui il Popol Vuh non lascia facili interpretazioni, ma difficilmente può essere inteso come "Inferno" nonostante le errate interpretazioni seicentesche (fortemente influenzate dalla cultura cristiana) ma più probabilmente come un oltretomba più vicino a quello della cultura classica.

Spero che questo post vi sia piaciuto; non esitate a scrivermi, direttamente o tramite commenti, per suggerirmi un approfondimento o anche solo per lasciare il vostro feedback!

4 commenti:

  1. Davvero molto interessante :)

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  2. Si, il post è molto interessante. Il mio commento ne prende spunto: consiglio l'ascolto di questo storico "gruppone" tedesco: http://it.wikipedia.org/wiki/Popol_Vuh_%28gruppo_musicale%29
    In particolare l'lp "Hosianna mantra".
    Ciao!

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