La storia che sto per raccontarvi ha inizio nell'agosto di qualche anno fa, quando ho deciso con l'occasione di una settimana di ferie di partire da Guadalajara per fare qualche giorno a Cancun; mi sembrava brutto non aver mai visitato la riviera maya, così partii improvvisando questo viaggio.
Il racconto è lungo e pieno di avvenimenti, così ho deciso di scriverlo a puntate, descrivendo tutto giorno per giorno.
E forse, da qualche parte, è qui che nasce il mio appellativo di straniero imprudente. Forse è stato il fatto di partire dal Messico e non dall'Italia, ragion per cui mi sentivo più disinvolto nel mio viaggio. Di certo in alcuni casi avrei potuto essere più prudente. In altri me la sono cavata.
Dunque si parte! Dopo aver prenotato di gran fretta un biglietto aereo, mando anche un bonifico della prenotazione di una notte in una posada a Cancun (un alberghetto a una stella,o forse nemmeno quella) dove un amico che viaggia spesso per lavoro alloggia sempre quando va lì. Una notte, che tanto poi il resto si fa tutto alla fine.
Poi quando prendo l'aereo, oltre a poter portarmi dietro tutti i liquidi che voglio (che il terrorismo se ne frega del Messico, mica poi che rischiano di farsi guerra con narcotraffico unito) provo sempre a far finta di essere un po' spaventato del volo, che magari mi chiedono "è la prima volta?" e io posso rispondere "no, sono stato spaventato altre volte", però non succede mai.
In fin dei conti, comunque, sembra una di quelle situazioni semplici, normalissime, che non varrebbe nemmeno la pena raccontare, e ne sono convintissimo pure io per un po'. Tanto sono in Messico già da un po', so come comportarmi. Cosa sto a fare, a prendere i taxi, ad andare negli alberghi nella zona hotelera dove ci sono tutti i gringos? Ma no, noi si risparmia e si fanno le cose diverse. Ecco.
Quindi noi si prende l'autobus, mica il taxi, che costa meno. C'è di buono che la fermata era davanti la posada. Non c'è che dire, una casettina bianca senza infamia nè lode, nel centro di Cancun. E costa tre volte meno di un hotel! E ci sono un sacco di cose in più.
Tipo, per quel prezzo irrisorio sono comprese: lenzuola sporche, formiche nel letto e macchie di urina un po' ovunque nel bagno, anche sulle pareti. Però vabbè, mi dicono che la donna delle pulizie in serata passa, e già che è tardi vado in città a cenare. E quando torno, la signora è passata davvero, e mi ha lasciato le lenzuola pulite. Per terra, davanti la porta della camera.
Quindi niente, o si dorme così o si cambia aria. Si cambia aria. Zaino in spalla e stavolta chiamo il taxi visto che i pullman non passano più. Va a finire che sono dall'altra parte del mondo senza sapere dove passare la notte. E non sarà l'ultima volta.
Girando tra gli hotel per trovarne uno libero e uno che mi piaccia incontro anche un italiano e un argentino che si sono appena conosciuti e che fanno la notte in giro, ma non mi sembra un'idea migliore del dormire nello sporco.
Vabbè, stavolta è semplice. Sono tanto incazzato che me ne frego e vado in un hotel a quattro stelle, che per una notte ci sta pure. Questo è figo, tanto che gli scarafaggi non salgono sui muri, ma entrano dal portone principale. E poi c'è la vista mare al settimo piano.
Qui è tranquillo, però la zona hotelera è un posto inutile. Solo palazzoni, discoteche e nient'altro, con contorno di americani ubriachi su tutte le coordinate. Alla fine me ne torno a dormire, che è tardi e domani mi sveglio presto, che voglio vedere un sacco di cose. L'italiano e l'argentino che si sono appena conosciuti, invece, decidono di passare la notte a fare baldoria, che dicono che le americane la lanciano come se fosse un frisbee. Alla fine poi scopro che hanno finito la serata da soli, sulla spiaggia, in compagnia della polizia che non credeva alla loro storia in cui un messicano ha lasciato loro un pacco bello grosso di cocaina dicendo "torno subito, me la tenete un attimo?" correndo poi via come un fulmine.
Insomma, piuttosto che passare una notte in cella o una notte in un letto sporco direi che la terza scelta è stata la migliore. Che altrimenti finiva che mi trovavo anche con un rene di meno.
Continua...
Continua...
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